Una Strategia Operativa sui Breakout delle Quotazioni
Precisando che l'argomento che ci accingiamo a trattare adesso rappresenta una continuazione ed un approfondimento di quello esposto nella pagina Le Strategie Operative sui Breakout dei Prezzi, ricordiamo che una delle tecniche di trading più note ed utilizzate dagli operatori di tutto il mondo è, senza ombra di dubbio, proprio quella basata sui breakout, vale a dire sulle "rotture" delle quotazioni di uno strumento finanziario.
Si tratta di una tecnica che porta a prendere posizione al superamento di un preciso livello chiave del prezzo (key level) oppure quando viene perforato un pattern grafico, come ad esempio quello del triangolo, del rettangolo o della bandiera (flag).
Il trader entrerà sul mercato nella stessa direzione in cui si sta dirigendo il prezzo dopo il breakout, puntando così su una nuova forte accelerazione.
Le strategie basate sui breakout dei prezzi sono molto semplici da attuare e da seguire sui grafici costruiti con le candele giapponesi o le classiche barre.
Andiamo subito a vedere come sfruttare i migliori breakout e quali sono le modalità di ingresso sul mercato.
Innanzitutto un breakout può definirsi tale quando il prezzo penetra con decisione un livello chiave del mercato o un pattern grafico.
In genere i breakout interrompono una fase di equilibrio del mercato e vengono accompagnati da candele con un range particolarmente ampio (le code in questi casi sono minime o addirittura inesistenti).
I migliori sono quelli che avvengono dopo una fase di congestione dei prezzi, che può presentarsi sotto forma sia di triangolo che di rettangolo.
La regola base è la seguente: quanto più lunga e stretta è la congestione dei prezzi, tanto maggiore sarà l'accelerazione del mercato nella direzione del breakout.
Il boom (al rialzo o al ribasso) dei prezzi è più probabile quando la congestione è lunga e stretta, in quanto viene a crearsi una sorta di "effetto-elastico" sulle quotazioni.
La compressione della dimensione delle candele genera un breakout, spesso esplosivo, non appena viene oltrepassato un livello chiave del prezzo.
Per comprendere meglio questo scenario andiamo a vedere un esempio grafico sul gold, ovvero l' oro spot (cash o a pronti), utilizzando come time frame di riferimento il 5 minuti.
Il grafico esposto in alto mostra una tipica fase di congestione dei prezzi, caratterizzata da una bassa volatilità.
Una volta impostato lo SL, il trader fissa il Take Profit (TP) a tre volte la distanza che separa il punto d'ingresso dallo SL, in modo tale da avere un rapporto rendimento/rischio uguale a 3, ed inoltre dimensiona la posizione in modo tale che, qualora venga preso lo SL, la perdita non superi il 2% del proprio capitale finanziario.
UN CASO DA MANUALE
Fatto ciò, non fare null'altro se non attendere che le quotazioni arrivino al punto d'ingresso del Buy Stop o del Sell Stop.
Se però, per esempio, abbiamo posizionato lo SL a metà distanza tra la linea di resistenza e quella di supporto (un quadratino), vediamo che il TP rialzista (tre quadratini) non viene raggiunto per cui la quotazione, quando ritorna indietro, prende lo SL facendoci chiudere questa prima parte dell'operazione in perdita di una unità.
Volendo fare le cose ancora meglio, dopo che è stato raggiunto lo SL del Buy Stop avremmo potuto inserire un altro ordine pendente di questo tipo, in modo da coprirci da un eventuale successivo rialzo delle quotazioni.
Solo successivamente, nel caso di risultati soddisfacenti delle prove, essa potrà poi essere applicata ed utilizzata su un conto reale.