IL SAMADHI INDUISTA ED IL NIRVANA BUDDHISTA - 1.a Parte

La persona comune ha paura della morte perché, trascorrendo tutta la propria esistenza in uno stato "ordinario" della coscienza, ragiona in termini di dualismi e pertanto contrappone la prima alla seconda.
La persona differenziata, invece, non ha paura della morte poiché, vivendo in uno stato "modificato" della coscienza, si è portato al di là di ogni dualismo e, quindi, anche al di là di quello tra la vita e la morte.

I due più importanti stati "modificati" della coscienza sono quelli ai quali si perviene praticando le due principali forme di meditazione orientale, e sono quelli del Samadhi induista e del Nirvana buddhista.
Nel Samadhi il meditante compone ogni dualismo fondendolo in un'unica entità, per cui fonde anche la vita con la morte.
Si potrebbe quasi dire che egli "introietta" la morte nella propria vita e "proietta" la vita nella propria morte.
Per questo, ora, per lui la vita e la morte sono la stessa cosa e non più due distinte entità.
Nel Nirvana, invece, per il meditante non vi sono più né la vita, né la morte, né qualunque altra cosa caratterizzi una coscienza "ordinaria".
Il Nirvana rappresenta la dimensione del Vuoto Assoluto ed, in quanto tale, è anche privo di qualsivoglia contenuto della coscienza e dell'inconscio, e quindi pure dei concetti di vita e di morte.
Dunque possiamo dire che mentre per il meditante induista la vita e la morte esistono ancora ma egli è riuscito a fonderle in un'unica entità, per il meditante buddhista non esistono più né la vita né la morte.

In altre parole, nel Samadhi il meditante riesce a fondere il proprio Io Individuale (l' Atman) con lo Spirito Universale (il Brahman), che comprende tutto ciò che è e tutto ciò che non è, e che possiamo ben rappresentare con il numero Uno.
Ed essendo tutto Uno, in questo stato modificato della coscienza anche la vita e la morte vengono percepite come un'unica entità.
Nel Nirvana, invece, il meditante annulla il proprio Io Individuale nel Vuoto Assoluto, che possiamo ben rappresentare con il numero Zero.
Ed in questo stato modificato della coscienza, non essendovi nulla, non vi sono più neanche la vita e la morte.

Da "Studi sull'Induismo" di ALGOTRAD - Riproduzione Riservata