Il Corretto Dimensionamento del Take Profit - 2a Parte
L' ARGOMENTO QUI TRATTATO E' PIUTTOSTO COMPLESSO E VEROSIMILMENTE NON RISULTERA' - PER TUTTI - DI FACILE ED IMMEDIATA COMPRENSIONE. PERTANTO, APPENA POSSIBILE, SI PROVVEDERA' A SEMPLIFICARLO ED A PUBBLICARE UNA NUOVA PAGINA DAL TITOLO "Il Corretto Dimensionamento del Take Profit - Metodo Semplice".
Il rapporto Risk/Reward nel Trading
La prima cosa da comprendere quando si vogliono piazzare i livelli di stop loss e take profit, è che il totale dei profitti che si vogliono acquisire tramite una o più operazioni di trading è direttamente proporzionale al rischio che bisogna correre per guadagnare tali profitti.
Facciamo un esempio. Supponiamo che un trader abbia individuato un trend rialzista nel grafico con timeframe orario (1H) della coppia USD/JPY (è possibile vedere l'esempio nel grafico sottostante). Il trend rialzista che il trader ha individuato è iniziato da circa un giorno, per cui il trader ritiene che vi sia spazio per aprire una posizione al rialzo ed ottenere dei profitti.
Il trader decide quindi di aprire una posizione così impostata:
Entrata : Buy USD/JPY a quota 109.70
Stop Loss : 109.50 (20 pips)
Take Profit : 110.40 (70 pips)
Basandoci su questi dati, possiamo dire che il trader vuole portarsi a casa un profitto di 70 pips per l'operazione che ha deciso di aprire. Eppure, c'è qualcosa di sbagliato in ciò.
Se infatti diamo un'occhiata al grafico della coppia USD/JPY, possiamo riscontrare che tale coppia di valute ha una volatilità oraria media pari a 26.4 pips, mentre il trader ha piazzato il proprio take profit a 70 pips dal prezzo di partenza. Ciò significa che il trader sta andando contro il mercato, perché si basa sul fatto che il prezzo dell' USD/JPY non scenderà più di 20 pips (il suo stop loss, che se raggiunto farà chiudere la sua posizione) durante la durata dell'operazione. Ma come si vede chiaramente dal grafico, potrebbero volerci fino a 30 ore per ottenere un profitto di 70 pips da questa operazione.
Uno scenario difficilmente realizzabile, dato che la volatilità oraria media dell' USD/JPY è pari a 26 pips, mentre lo stop loss è fissato a solamente 20 pips. Il che rende molto difficile chiudere l'operazione con un profitto proprio perché, teoricamente, l' USD/JPY può muoversi al rialzo o al ribasso di ben 26.4 pips all'ora. Nel peggiore dei casi, l'operazione potrebbe già essere chiusa dopo solo un'ora, se l'intero movimento del cambio venisse effettuato verso il ribasso!
Il problema di questa operazione è che il trader avrebbe voluto ottenere una quantità di profitti sproporzionata rispetto alla volatilità dell' asset finanziario che stava negoziando. E questo proprio nel mercato forex, dove la volatilità è sempre presente e non può mai essere evitata. Per tale motivo, è meglio imparare a sfruttare la volatilità del mercato valutario a proprio favore.
Andiamo quindi a vedere come piazzare gli stop loss ed i take profit, tenendo in considerazione anche il fattore volatilità.
Come piazzare gli Stop Loss e i Take Profit nel Mercato Valutario
Il metodo seguente per piazzare gli stop loss ed i take profit è basato su una tecnica conosciuta come "Maximals", ovvero la Tecnica dei Massimali. Tramite tale tecnica, si è in grado di utilizzare una precisa formula per calcolare la probabilità che il prezzo si muovi di un certo range durante un determinato intervallo (da quando si apre la posizione a quando la si vuole chiudere). Inoltre, tale formula tiene in giusta considerazione anche la volatilità dell' asset.
La Tecnica dei Massimali funziona bene con tutti i timeframe (minuti, ore o addirittura mesi). Funziona bene sia prendendo in considerazione la volatilità passata di un asset, sia la volatilità futura dell'asset.
Se si vuole seguire la Tecnica dei Massimali, quando si decidono i livelli di stop loss e di take profit si devono considerare i tre seguenti step:
- Il Timeframe dell' Operazione (strettamente collegato al Target dei Profitti)
- Il Trend dell' Asset
- Il Target dei Profitti
Andiamo a spiegare nel dettaglio ognuno di questi tre passaggi.
1° Passaggio - Il Timeframe dell' Operazione
A seconda del tipo di trading che si intende impostare, si utilizzerà un timeframe differente per i diversi tipi di operazioni. Se ad esempio si desidera fare lo scalper, si punterà ad aprire molte posizioni ogni giorno, tenendole aperte anche per pochi minuti o secondi. Se invece si desidera fare il trader di lungo termine, chiamato anche "carry trader", si punterà a tenere aperte le proprie posizioni anche per settimane o mesi.
Per questo motivo, i profitti che si vogliono ottenere e il timeframe che si utilizza nelle proprie operazioni sono strettamente collegati. Perciò, il primo passo fondamentale per piazzare gli stop loss ed i take profit è quello di sapere esattamente di quanto il prezzo di un asset può muoversi durante un certo periodo di tempo (timeframe). Solamente una volta che si avrà questa informazione in proprio possesso, si potrà decidere un livello di take profit logico e realistico.
Prendiamo in considerazione l'esempio seguente. Diamo un'occhiata al grafico dell' EUR/USD, con periodi di 5 minuti (M5). Il grafico in esame mostra l'andamento dell' EUR/USD nelle ultime 24 ore.
La prima cosa da fare è calcolare la volatilità per l' intervallo di tempo selezionato. Sfruttando i dati relativi all' apertura/chiusura delle candele, calcoliamo che si tratta di circa 10 pips per ogni periodo di 5 minuti.
Adesso che sappiamo quanto sia volatile il mercato, possiamo proiettare il movimento del prezzo nel futuro, per vedere le probabilità che un certo movimento X avvenga in un determinato TOT di ore. Dobbiamo quindi calcolare le curve massimali che ci mostreranno un grafico simile a quello visibile qui sotto.
Da questo esempio, se guardiamo la curva massimale per le 24 h (linea blu sul grafico), notiamo che esiste una probabilità pari al 76.8 % che avvenga un movimento di 62 pips all'interno di un intervallo di 24 h. Mentre sussiste una probabilità pari al 40 % di un movimento superiore ai 141 pips sempre nello stesso intervallo di 24 h.
In poche parole, le curve massimali ci dicono se l'importo dei profitti che vogliamo realizzare è realisticamente conseguibile, oppure no, nell'arco di tempo da noi selezionato. Per esempio, se volessimo catturare un movimento di ben 300 pips, dovremmo presumibilmente aspettare circa 10 giorni: controllando le curve massimali, infatti, si vede chiaramente che vi è appena il 10 % di probabilità che tale movimento avvenga in un solo giorno (24 h).
Fine della Seconda Parte
"Le tartarughe potrebbero raccontare, delle strade, molto più di quanto non potrebbero le lepri." Khalil Gibran