Il Corretto Dimensionamento del Take Profit - 1a Parte

L' ARGOMENTO QUI TRATTATO E' PIUTTOSTO COMPLESSO E VEROSIMILMENTE NON RISULTERA' - PER TUTTI - DI FACILE ED IMMEDIATA COMPRENSIONE. PERTANTO, APPENA POSSIBILE, SI PROVVEDERA' A SEMPLIFICARLO ED A PUBBLICARE UNA NUOVA PAGINA DAL TITOLO "Il Corretto Dimensionamento del Take Profit - Metodo Semplice".

Mai piazzare gli Stop Loss ed i Take Profit senza una logica

Come ben sappiamo, ogni nostra operazione di trading può essere chiusa in due modi differenti. Più precisamente, dopo che avremo aperto una posizione:

  • Il prezzo (dell'asset selezionato) può raggiungere il livello di take profit (abbreviato in TP) e l'operazione viene quindi chiusa con un profitto.
  • Il prezzo (dell'asset selezionato) può raggiungere il livello di stop loss (abbreviato in SL) e l'operazione viene quindi chiusa con una perdita.

Quando si piazzano i livelli di stop loss e take profit, molti trader sono tentati dal prendere la decisione "ad occhio". Alcuni negoziatori, infatti, preferiscono semplicemente dare una controllata al grafico, magari utilizzando anche l'aiuto di supporti, resistenze o trend line, per per poi "tirare ad indovinare" il livello giusto dove piazzarli. Un'altra parte di trader, invece, preferisce utilizzare una semplice formula, prendendo in considerazione l'importo investito ed il target di profitti che si desidera avere con quella operazione.

Però, l'utilizzare il metodo esposto qui sopra presenta notevoli svantaggi:

  • Si corre il rischio di compiere errori. Quando si prova ad indovinare i punti di uscita (sia SL che TP) per un'operazione, si rischia facilmente di sovrastimare o sottostimare i movimenti del prezzo dell'asset selezionato.
  • Questo criterio non è esattamente valutabile. Dato che bisogna calcolare tali livelli per ogni operazione aperta, per il fatto che non viene utilizzato nessun metodo o strategia di piazzamento, risulterà poi difficile analizzare le proprie performance di trading. Non si sarà mai in grado di capire, infatti, se un'operazione è andata male semplicemente perché, magari, la nostra strategia di trading non ha funzionato bene, oppure perché abbiamo piazzato male il livello di stop loss o il livello di take profit.
  • A volte si sposteranno, anche ad operazione aperta, i propri stop loss e take profit senza una logica, ma basandosi semplicemente sui risultati delle operazioni passate; insomma, procedendo per tentativi.
  • E' praticamente impossibile automatizzare le proprie operazioni, perché il piazzamento di stop loss e take profit non è replicabile (dato che non segue una precisa strategia) e perché si basa semplicemente sul proprio "intuito" o sulle proprie "sensazioni".

Specifichiamo che non c'è niente di sbagliato nell'utilizzare gli strumenti dell'analisi tecnica come una sorta di guida per piazzare gli stop loss e i take profit. Ma è bene integrarla anche con altre strategie, come quella che verrà mostrata in questa pagina e che si basa anche sull'analisi fondamentale.

Tenere sempre presente il rapporto Risk/Reward quando si piazzano gli Stop Loss ed i Take Profit

Sfortunatamente, molti trader non hanno ben compreso il concetto del Risk/Reward, ovvero del rapporto tra il rischio ed il potenziale guadagno relativo ad un'operazione di trading (ma anche, parlando più in generale, di ogni sorta di investimento). Spesso anche su differenti siti o forum di trading, gli utenti meno esperti tendono a dare spiegazioni errate di questo fondamentale concetto, facendo cadere in errore chiunque legga i loro sconsiderati consigli.

Utilizzare solamente il rapporto Risk/Reward per decidere di aprire un'operazione e piazzare lo stop loss ed il take profit, infatti, non ha un minimo di senso, a meno che non si sia a conoscenza della probabilità dei risultati dell'operazione che si vuole aprire.

Chiarifichiamo questo concetto con un semplice esempio. Immaginiamo di avere un biglietto della lotteria che costa solo € 1, mentre il premio finale è pari a ben un milione di euro. Seguendo il ragionamento sbagliato, faremmo un calcolo del genere:

  • Risk = € 1
  • Reward = € 1.000.000
  • Reward/Risk = 1.000.000

Seguendo questo esempio, comprare un biglietto della lotteria sembrerebbe proprio un investimento da non farsi sfuggire. Aggiungiamo però un'ulteriore informazione: immaginiamo di sapere quante persone hanno giocato alla lotteria. E immaginiamo che si tratti di ben 2 milioni di giocatori. In tal caso, la possibilità di vincere cambia drasticamente e si porta ad un rapporto uguale ad 1 : 2.000.000 (una possibilità su due milioni). Adesso che conosciamo tale (fondamentale) dato, calcoliamo il vero rapporto Reward/Risk:

  • Vero Risk = P(perdita) x E(perdita) = (1 - 1/2000000) x (€ 1)
  • Vero Reward = P(vincita) x E(vincita) = (1/2000000) x (€ 1.000.000)
  • Vero Reward/Risk = 0.5

In altre parole, per ogni euro che investiamo nella lotteria, dovremmo aspettarci un guadagno di 50 centesimi. Penso che adesso conveniamo tutti che l'impegnare denaro in questa lotteria è davvero un cattivo investimento. Eppure, se avessimo seguito la logica esposta poche linee sopra, questo poteva sembrare senz'altro un ottimo investimento. Ciò perché ci mancava un dato fondamentale, senza il quale non potevamo stabilire il vero rapporto Reward/Risk.

Formalmente il rapporto Reward/Risk è definito da:

  • Reward = P(vincita) x E(vincita)
  • Risk = P(perdita) x E(perdita)
  • Reward/Risk = [P(vincita) x E(vincita)] / [P(perdita) x E(perdita)]

dove P(vincita) è la probabilità che si verifichi la vincita, P(perdita) la probabilità che si verifichi la perdita, E(vincita) il guadagno che ci si aspetta dall'operazione in caso di successo, E(perdita) la perdita che ci si aspetta dalla stessa in caso di insuccesso.
Nel trading si ha: E(vincita) = |EL - TP| ed E(perdita) = |EL - SL|, dove EL è il prezzo d'ingresso (entry level) di un'operazione di acquisto o di vendita.

Fine della Prima Parte

"Per un matematico la divisione di un numero per zero non è affatto un problema, ma per un fisico è una tragedia."          Michio Kaku